domenica 18 novembre 2012

Monte Civetta 3220mt 03/08/2008


Domenica e lunedì 03-04 agosto 2008 io ed il mio amico Luca ci siamo cimentati in questa avventura che ci ha riempito l'animo in maniera indescrivibile...
Paesaggi incantati, a volte molto crudi, ma non per questo meno affascinanti...

Le dolomiti, per chi le vede, colpiscono al cuore e quando tu vai nel loro cuore, fino all'estremo interno, ti sembra di entrare in un'altra dimensione...La tua vita cambia radicalmente...tutto si riequilibra e vedi le cose in maniera diversa...
ma ecco il racconto di questa due giorni.

Naturalmente la domenica era destinata solo all'avvicinamento per portarci poi al rifugio per il pernottamento.

La mattina abbiamo deciso di fermarci a Longarone e siamo andati a vedere la famosa diga del Vajont.

Qui la potete vedere con parte della frana ben visibile all'interno dove una volta c'era il lago



qui si può vedere l'immensa parte della montagna distaccatasi dal monte Toc e franata nel lago sottostante


poi abbiamo visitato il paese di Erto, che porta ancora i segni della tragedia e soprattutto è ancora un paese con molte case abbandonate, ma sicuramente pieno di fascino


Finita la visita culturale, ecco tuffarci di nuovo giù a Longarone, e prendere la val Zoldana, dopo Pecol ecco davanti a noi il maestoso Pelmo


Lasciata la macchina al parcheggio di Palafavera, prendiamo la seggiovia e ci portiamo a 1800mt.
Leggero sentiero in discesa e poi su per raggiungere il rifugio Coldai a 2135mt, dove passeremo la notte.
qui siamo quasi arrivati, il paesaggio comincia a cambiare radicalmente


eccomi nei pressi del rifugio dopo la salita. Notare l'abbigliamento, era caldo anche lì sopra.


ed eccoci con alle spalle la meta della nostra giornata: il RIFUGIO COLDAI


ecco ciò che si vedeva dalla nostra cameretta, si intravede Pecol 


una volta riposti lo zaino, visto che era presto e dovevamo solo aspettare la cena, siamo andati dietro il rifugio dove a 5 minuti si trova l'omonimo lago 



ecco alcune foto dal lago



a valle si vedeva Alleghe con il suo lago


foto a tradimento...mentre armeggiavo con il cellulare con alle spalle il Civetta...


eccoci tornati in rifugio in attesa della cena


la notte comincia a calare...
il Pelmo si addormenta...


Pecol accende le sue luci


Il mattino dopo è il grande giorno...
ascensione al Civetta tramite la mitica FERRATA DEGLI ALLEGHESI
4 ore di ferrata, che affronteremo dopo un'ora di avvicinamento
ecco il percorso che faremo


ore 6.30...
siamo pronti a partire, il sole comincia lambire le cime


il sole sorge da dietro il Pelmo


eccomi nel sentiero che ci avvicina alla ferrata



alcune immagini direttamente dal cuore delle dolomiti...
guardate il cielo...
noi dovevamo andare lì in cima...




una volta arrivati all'attacco della ferrata, infiliamo l'imbragatura e ci avviamo sulla parete.
l'inizio è verticale...
senza parole



finita la parete verticale è un susseguirsi di camini e cenge perfettamente attrezzate






siamo ormai a 3000mt, il paesaggio si apre sempre più



siamo a 3000 e la fatica si fa sentire



siamo quasi in cima e da lì in alto il lago di Alleghe è veramente piccolo


il panorama è da mozzafiato...


manca veramente poco alla cima...dopo lo scollinamento ci siamo...


e finalmente...ecco la croce tanto agognata...

i 3200mt DEL CIVETTA!!!!!!!!!!


ed ecco la classifica foto ricordo a testimonianza dell'impresa...


altre due foto dalla cima


qui la croce e sotto il lago di alleghe, per i più attenti, tra la croce ed il lago (magari facendo un pò di zoom, potrete vedere il rifugio Tissi


inizia la discesa, non meno impegnativa della salita, perchè ripida, con ghiaioni, e con pezzi di ferrata...
ecco il rifugio Torrani a circa 2900mt


in discesa su un tratto di ferrata



particolare di un nevaio incontrato sulla nostra strada



eccomi nell'attraversamento di un nevaio...
sono proprio piccolo in confronto alla maestosità di ciò che mi circonda...




e finalmente dopo 9 ore di cammino ecco ricomparire il rifugio da dove siamo partiti



ci stiamo riportando a 1500mt
il paesaggio riprende i connotati a noi noti...



ed alla fine ecco ancora il Pelmo...
è come se ci avesse sempre seguito vegliando su di noi e tenendoci compagnia in questa magnifica esperienza...





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